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Hamsun arrivò in America come un comune emigrante, lottando quotidianamente per la sopravvivenza e per mantenere acceso il fuoco del talento letterario che gli ardeva interiormente. Sono qui raccolti i primi scritti del grande letterato scaturiti dall'esperienza di vita americana sul finire dell'800.
Una distanza cronologica di 60 anni separa le impressioni giovanili dall'ultimo articolo. I primi scritti esprimono il conflitto con le autorità e le convinzioni comuni in tono sarcastico, beffardo e irriguardoso.
L'ultimo contributo è civile nella forma e cortese nell'ammissione riflessiva dell'apporto dell'America alla cultura, ma, nella sua essenza, conserva la critica di fondo alla 'civilizzazione americana', quintessenza della modernizzazione contemporanea; opinione che, in Hamsun, è distillata in una visione della vita.
Le accuse sono le stesse che, secondo la logica della coerenza, ci si deve aspettare dall'autore di Misteri, Pan e I frutti della terra nei confronti di un fenomeno quale l'America moderna.
E' il grido eretico del cultore della bellezza agli adoratorie del Dio denaro, la parola sofferta dell'aristocratico alla democrazia, del poeta romantico della natura alla società industriale, l'appello dell'uomo solitario alla massa e al clamore delle grandi città espressione di una civiltà falsamente progredita.
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