L’isolamento che circonda colui che sta per morire non è solo un fenomeno psicologico ma è soprattutto una conseguenza del nostro modo di organizzare il momento della morte. Questo contesto configura un ambito assolutamente inedito eppure cruciale in cui collocare l’azione di un servizio sociale che operi per ricucire la frattura relazionale tra il paziente, i suoi cari e il sistema sanitario. In quella frattura si consumano, infatti, decisioni di straordinaria densità sul fine vita. Di questo non si discute né si pubblica. Queste pagine, le prime in assoluto su un tema ormai evitato dall’ipocrisia ed eluso dalle polemiche, sono scritte con lucidità e coraggio, competenza e partecipazione...