Lo smisurato ampliamento della sfera dei bisogni, l'aumento delle ore di lavoro a scapito del tempo libero e il conseguente abbassamento della qualità della vita impongono un profondo cambiamento di prospettiva: non dobbiamo più chiederci che cosa serve per raggiungere il benessere, ma che cosa sia davvero il nostro bene. Attingendo alle lezioni della sociologia (da Weber a Veblen), al pensiero filosofico (Aristotele in particolare) e alle più intuitive teorie economiche (da Kaldor a Frank), gli autori mostrano come la ricchezza non sia, e non debba essere, un fine in sé, bensì un semplice mezzo per vivere una vita buona, e tratteggiano possibili forme di organizzazione sociale ed economica diverse dall'attuale.