La scoperta e la traduzione di un documento assai antico, scritto in latino, ha rivelato un messaggio giunto a Roma circa duemila anni fa, recante una precisa testimonianza destinata al popolo romano ma rivolta anche alle genti dei secoli futuri. Questo messaggio, che rappresenta anche un lungo e articolato insegnamento, è di natura cristiana e contiene tutti i simboli più importanti del cristianesimo primitivo. Il documento reca tre firme, di cui una riporta un nome autenticato e riconosciuto dalla stessa Chiesa delle origini come quello del Cristo.
Il Vangelo di Pompei presenta ora questa testimonianza, proponendo la figura di un Gesù totalmente nuovo, un maestro che, negli anni giovanili mai menzionati dai Vangeli, ha visitato molti paesi, portando la propria luce sia in Oriente (spingendosi fino al Tibet, dove fu conosciuto come Issa) sia in Occidente, lasciando tracce del suo passaggio in Britannia (con particolare riferimento alla città di Glastonbury) e nella stessa Roma, durante gli anni in cui regnava l'imperatore Tiberio.
Attraverso analisi e riflessioni suffragate da numerosi codici antichi e da documenti, oltre che da vangeli apocrifi, da fonti autorevoli della Chiesa antica e dai cosiddetti "vangeli tibetani" custoditi a Lhasa, Roberto Pascolini ci propone un'opera che per secoli e secoli ha impegnato innumerevoli studiosi e che introduce tessere fondamentali per completare quel prezioso mosaico rappresentato dal messaggio del Cristo.
Giunto fino ai giorni nostri protetto da una struttura che ne ha garantito l'inviolabilità, il documento è rimasto al riparo dalle manipolazioni e può ora rivelarsi in tutta la sua profondità.