Molti testi che contengono gli insegnamenti di Padmasambhava sono dei gTer-ma, "tesori" nascosti da lui stesso o dai suoi discepoli per essere ritrovati in epoche successive.

Una collana di storie zen, dal sapore sottilmente filosofico: il maestro, usando il linguaggio variegato dell'inconscio, parla alla buffa discepola che gli confessa tutte le difficoltà che incontra nell'intenderne il messaggio.

Un incontro rinnovato e rinnovabile fra Alchimia e Islam, fra la tradizione occidentale e la sua origine musulmana. Tema oggi riportato in piena luce dalla presenza extracomunitaria in Occidente, in un momento di confronto di culture che forse si riscopriranno portatrici dello stesso messaggio e della stessa anima, l'anima mundi.

Un esercizio di scrittura, intuizione e sensibilità applicato al passato della tradizione tibetana, al presente di Madre Teresa e al futuro vaticinato da Sri Aurobindo, presagito nella città a forma di ibisco di Auroville, "un luogo libero dal denaro e dalle proprietà dove le persone possano differenziarsi per spirito e intelligenza".

Il testo raccoglie una serie di proposte, idee e provocazioni per dedicare un intero week-end a una meditazione specifica, praticata in uno spirito anarchico di gruppo, comunitario e solitario nello stesso tempo

La vita è un flusso di eterne energie a cui essere presenti per capire che anche noi siamo senza inizio e senza fine, come la vita e come la saggezza. E le sofferenze? Le sofferenze sono opportunità.

Nessun dogmatismo, ma libertà di sperimentare: "La consapevolezza non si può definire un metodo. è piuttosto un aprire gli occhi, un risvegliarsi da un sogno. Solo questo, ma è tutto".

Un viaggio che inizia dalla concentrazione sul respiro e termina con la totale disidentificazione: "Non vi era nessun Edoardo Profumo che fosse mai nato e sarebbe mai morto. Vi era quest'immensa vita, questo profondissimo, insondabile oceano".

Questo libro esplora il significato della mâyâ in un viaggio che va dagli antichissimi Veda all'opera di Shankara, di certo uno dei più alti pensatori dell'India.

La Mahâmudrâ, il "Grande Sigillo" della verità inalterabile, non può essere compresa ragionando o facendo chissà quale cosa, ma soltanto essendo come lo spazio celeste.

Alla descrizione dei "cinque veleni" che offuscano la mente seguono i suggerimenti sul modo corretto di entrare in rapporto con essi, e infine gli "antidoti" specifici che la millenaria saggezza tibetana mette a nostra disposizione. La pazienza è l'antidoto all'odio, l'amore all'ignoranza, l'uguaglianza all'orgoglio, e la gioia simpatetica all'invidia.

Un'ecosofia globale, dove riscoprire la sacralità della terra e percepire il luogo sacro come la soglia del mistero. Il luogo in cui viviamo è il nostro guru, e "la vita è il nostro campo di gioco, ogni attimo è una provocazione per una scelta libera e autonoma, le possibilità sono infinite".

Il pellegrinaggio ci fa uscire dai soliti schemi mentali ed è in realtà la ricerca del Buddha interiore, la dimensione spirituale che si libra sulle due ali della conoscenza e dell'amore

Le dodici "trappole mentali" in cui è facile incappare durante la pratica e vanno dall'idealismo alla mitizzazione dell'oriente, dall'impazienza alla competitività, dalla dipendenza dal maestro all'individualismo, e così via. Per fortuna c'è anche un "buco bianco" che li neutralizza tutti: l'abbandono saggio, la fiducia nutrita di discernimento.