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Giuseppe Francesco Borri
Giuseppe Francesco Borri, milanese, (1627-1695), compiuti i primi studi al seminario gesuita di Roma, si dedicò alla medicina e dell’alchimia e, tornato a Milano, divenne uno dei capi del movimento quietista detto dei pelagini. Perseguitato dall’Inquisizione, iniziò nel 1658 le sue peregrinazioni per l’Europa, ove dispensò le sue cure mediche e venne in contatto con i maggiori scienziati del suo tempo. Data del 1667 il suo primo incontro con Cristina di Svezia, ad Amburgo. Nel 1670 fu infine catturato a Vienna e condotto a Roma, ove fu costretto all’abiura e condannato al carcere perpetuo a Castel Sant’Angelo, in cui morì molti anni dopo.
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Il Libro del Cavalier Borri
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Novità |
Giuseppe Francesco Borri (1627-1695), il più noto alchimista italiano dell’età barocca, sono molteplici, primo fra tutti il fatto che esso chiarisce molti aspetti della prassi alchimica specificata in funzione terapeutica, senza contare il suo notevolissimo interesse storico-scientifico. Compilato da mano ignota, sulla base di indicazioni orali o scritte forse fornite dal Borri stesso negli ultimi anni della sua vita trascorsi nelle carceri di Castel Sant’Angelo, questo manuale comprende la preparazione dell’Oro potabile, del famoso e ambitissimo Balsamo cattolico, dell’Acqua Celeste (attrazione dello Spirito Universale), del Grande Arcano ovvero Mestruo, di varie Quinte essenze ed Elixir. Il Borri, che come sottolinea Eugène Canseliet in Due luoghi alchemici (p. 78) «volle essere divulgatore dell’alchimia», fece vita avventurosa in tutta Europa ed ebbe accesso a fonti di conoscenza privilegiate che, associate a un’innata inclinazione mistico-visionaria, contribuirono a farne una figura complessa e affascinante, troppo spesso bistrattata, sia dai suoi contemporanei che dai suoi biografi più o meno recenti.I curatori di quest’opera hanno voluto ampliare questo orizzonte, svolgendo ricerche in biblioteche e archivi europei.
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