Questo testo è una sintetica introduzione ai principi e alla pratica dell’euritmia: prende le mosse dalle origini della danza, risalenti ai misteri dell’antichità, e giunge a raccontarne le forme contemporanee, collocando le idee di Steiner nel loro contesto storico. Mette inoltre in luce la sua ricerca delle leggi segrete del movimento, un campo di forze da lui definito “eterico”, e prende in considerazione gli aspetti della pratica dell’euritmia e della sua interpretazione sulla scena, insieme al suo importante ruolo tanto nell’istruzione quanto nella terapia.
Nel 1912 Rudolf Steiner fu avvicinato da una donna di nome Clara Smits che per un certo numero di anni ne aveva seguito con interesse le conferenze e che ora cercava il suo consiglio. Era preoccupata per il futuro della figlia diciottenne, Lori. Tra gli interessi della figlia vi erano la danza e la ginnastica. Steiner sostenne che era possibile assecondare quegli interessi su una base antroposofica, e che sarebbe stato disposto a istruirla. Quella istruzione costituì l’esordio della nuova arte dell’euritmia (che in greco, significa “movimento bello, o armonioso”), una corrente diversa della danza che aspirava a ricollegarsi all’originario impulso di Tersicore, a proseguire la rivoluzione avviata dalle pioniere della danza del Ventesimo secolo e a restituire alla danza il suo ruolo primario di portavoce dello spirituale, rivelando le opere di leggi superiori e manifestando, allo stesso tempo, tali leggi sulla terra attraverso la forma dell’arte.