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Teresa D Avila
Teresa D'Avila nacque ad Ávila nel 1515, a nord-ovest di Madrid. Gli ideali e i sentimenti religiosi le furono trasmessi fin da quando era bambina dal padre, il cavaliere Alonso Sánchez de Cepeda, e specialmente dalla madre, Beatrice d'Ávila y Ahumada. Nel 1528, all'età di 13 anni, perse la madre che morì per una grave malattia. Maturando la vocazione alla vita religiosa, nel 1533 chiese al padre di poter entrare in convento. Sentendosi in punto di morte chiese al padre di potersi confessare, ma ottenne un diniego. Dopo un episodio di collasso entrò in coma per quattro giorni, uscendone paralizzata completamente. A questo punto il padre la assecondò nel suo desiderio di tornare per morire nel convento carmelitano.
Rimase qui paralizzata e immobile per otto mesi e poi gradualmente riuscì a riprendere le funzioni motorie nell'arco di circa tre anni. Nel 1543 in modo quasi prodigioso, ricominciò a camminare. Nel dicembre dello stesso anno morì il padre. Comparirono poi altre malattie che non le dettero tregua fino alla quaresima del 1554. Durante queste malattie trovò conforto grazie alla lettura di libri spirituali tra i quali soprattutto il suo libro di preghiera, l'Abecedario spirituale, il terzo della collezione dell'Alfabeto spirituale. Questo lavoro, che segue l'esempio di numerosi scritti medievali, era una sorta di "guida" per l'analisi della coscienza, per l'autoconcentrazione spirituale e per la contemplazione interiore.
L'opinione di molti suoi amici, secondo cui nelle esperienze considerate "soprannaturali" di Teresa c'era un qualcosa di non spirituale, la spinsero a varie mortificazioni, finché Francesco Borgia, con il quale Teresa si era confessata, la spinse a fermarsi, rassicurandola sulla bontà del suo percorso spirituale. Nel giorno di san Pietro del 1559 divenne fermamente convinta che Dio nella persona di Gesù Cristo si presentasse a lei in forma di un'intuizione interiore. Questa esperienza durò ininterrottamente per quasi due anni seguita da varie altre.
Il suo progetto di rinnovamento dell'Ordine Carmelitano prevedeva la possibilità, anche per il ramo femminile, di una preghiera silenziosa e personale di due ore al giorno, di un'ora di lettura e di ben due ore (fatto innovativo) di ricreazione quotidiane, in cui crescere come persone e come sorelle, il tutto però in un ambiente assolutamente rigoroso e morale. Il fine non era una vita penitenziale, ma un modo semplice e fraterno di vivere il Vangelo e la Regola del Carmelo. A questo si aggiungeva l'intento che anche alcuni frati condividessero la stessa vita contemplativa e aiutassero spiritualmente le consorelle, e lo stesso Popolo di Dio, nel coltivare il proprio cammino spirituale e comunitario.
Perseguitata dall'Inquisizione e dai litigi della Chiesa Cattolica, Teresa fondò negli ultimi tre anni della sua vita i conventi di Villanueva de la Jara ( Palencia (1580), Burgos e Granada La sua ultima malattia la colpì mentre era in viaggio da Burgos ad Alba de Tormes, dove morì nella notte tra il 4 e il 15 ottobre 1582 (
Il nucleo del pensiero mistico di Teresa, individuabile in tutti i suoi scritti, è l'amicizia tra il Signore e la sua creatura. Secondo l'interpretazione più tradizionale, , l'ascesa dell'anima umana avverrebbe attraverso quattro stadi:
Meditazione o orazione di raccoglimento. Si tratta del "ritiro" dell'anima e delle sue facoltà dall'esterno nell'ascolto della Parola di Dio e, secondo gli usi del tempo, particolarmente nella considerazione della passione di Cristo.
L'orazione di quiete. In questo stadio la volontà umana è rimessa in quella di Dio, mentre le altre facoltà, quali la memoria, l'immaginazione e la ragione, non sono ancora sicure a causa della distrazione mondana. Nonostante una piccola distrazione possa essere provocata dalla ripetizione di preghiere o dalla composizione di scritti, lo stato prevalente è ancora quello della quiete.
L'orazione di unione. la presenza dello Spirito attrae in sé la volontà e l'intelletto, in un dono reciproco tra il Signore e la creatura, mentre rimangono "libere" solo l'immaginazione e la memoria. Questo stadio è caratterizzato da una pace beata, una sorta di consapevole consegna all'amore di Dio.
Quando tutta la vita è trasformata da questa esperienza si compie l'unione che non richiede affatto le "estasi" con i suoi segni esterni, ché anzi sono tipiche di una certa immaturità nel percorso spirituale. Purtroppo, curiosità non sempre equilibrate sono state molto attratte dalle risonanze psicologiche di queste prime fasi e spesso, senza vere conoscenze su un'autentica vita spirituale, hanno elaborato quadri lontani dalla realtà della vita autentica di Teresa e della mistica cristiana, lontana da fenomeni scenografici molto graditi nell'età barocca ed in altre epoche.
Dal Medioevo, in sintonia con la devotio moderna, era convinzione diffusa che un intenso percorso spirituale, prima o poi, non potesse essere estraneo ad una qualche manifestazione esteriore, temuta, ma attesa come sigillo di un intervento divino. Nel contesto cinquecentesco, visioni e rivelazioni erano parte integrante della vita religiosa. Un contesto in cui il visionario è presenza ordinaria nella società, le sue funzioni, in un certo qual modo, vengono a sovrapporsi, anche se non a confondersi, con la mediazione istituzionale offerta dal clero.
Non bisogna dimenticare che proprio Teresa d'Avila dichiarò che nella maturità spirituale le "estasi" scompaiono in quanto un'autentica esperienza spirituale consente di pervenire ad un miglior equilibrio psicologico, capace di integrare, gradualmente, affettività e ragione, corpo e psiche. Sarebbe irrealistico pensare che corpo ed affettività siano estranei ad una vera e complessiva maturazione umana e spirituale.
Teresa morì nel giorno in cui Spagna, Portogallo, Polonia e Italia passarono dal calendario giuliano al calendario gregoriano. Quarant'anni dopo la morte fu canonizzata e la sua chiesa ne istituì il culto, chiamandola "vergine serafica". Le Corti Generali del Parlamento spagnolo la acclamarono patrona nel 1617.
Gli scritti di Teresa, dal chiaro indirizzo didattico, sono tra i più significativi della cultura della Chiesa cattolica:
La sua Autobiografia,
Cammino di perfezione,
Relazioni,
Concetti dell'Amore
Esclamazioni,
oltre alle Carte, (una raccolta di 342 lettere complete e 87 frammenti di altre).
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Teresa, come Teresa è. ''La vita'', ''Il Castello interiore'', ''Le Fondazioni'', ''Cammino di perfezione'', ''Poesie'', sino alle opere minori - che minori non sono - rappresentano un corpo solo, capace di parlare con efficacia alla donna e all'uomo del terzo millennio. Il linguaggio di Teresa - qui esigente, là consequenziale, fintamente distratto e falsamente inconsapevole - parla come parla l'uomo d'oggi: per rimandi, schizzi, analisi ed effetti, che rendono difficile se non impossibile una traduzione ''perfetta''. Di qui, dunque, una nuova e invincibile scommessa: una traduzione delle opere della santa di Avila corredata del testo originale a fronte. Nuova, perché è la prima volta che così questi scritti sono presentati; invincibile perché la passione di ''dire'' porta spesso Teresa a esprimersi con un linguaggio tattico e paratattico, in cui denotazione e connotazione giocano in una sorta di rimando di sensazioni e possibili versioni, in cui si succedono riflessioni e ricordi come flash back cinematografici, apparentemente slegati, in realtà uniti da un filo che conduce parole e frasi dalla dimensione del saggio a quella della poesia, e da questa - per via d'ironia - alle vette della spiritualità.
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di:
Teresa D Avila
Bompiani
ISBN: 978-88-452-9822-6
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Pag. 2720 Formato: 15 x 21 cm. Anno: 2018
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di:
Teresa D Avila
Bompiani
ISBN: 978-88-452-6830-4
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Pag. 2688 Formato: 15 x 21 cm. Anno: 2011
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