Ecco a voi il decano dei giornalisti italiani, il piemontese ruvido e silenzioso, uno dei pochi che ci può ancora raccontare il fascismo, i venti mesi di guerra di liberazione, il sangue dello scontro fratricida e l'alba del 25 aprile 1945. E poi la ricostruzione, il boom visto dalle redazioni dei giornali più prestigiosi del paese, la doccia fredda del riflusso, gli anni di piombo e l'era del craxismo, fino alle incertezze di un presente degradato e contraddittorio. C'è tutto il Novecento italiano nella lucida schiettezza dei suoi articoli e dei suoi libri: dall'infanzia a Cuneo durante la belle époque al declino del berlusconismo, un'unica ininterrotta cronaca dell'essere italiani. Vincendo la storica idiosincrasia alle interviste, Giorgio Bocca si concede e si racconta per quasi un'ora, permettendo di confezionare un importante cofanetto che, oltre al ritratto di Maria Pace Ottieri e Luca Musella, contiene venti minuti di riflessione sul mestiere del giornalismo di oggi e di ieri, interviste rilasciate in occasione dell'uscita di alcuni tra i suoi testi più importanti, un prezioso repertorio fotografico mai visto prima, un libro inedito di nuove testimonianze dell'autore.