Dio è un Papà-Bambino che corre e gioca mano nella mano coi Suoi figli. Come? Con ironia, scherzi, leggerezza. E scappa via dai cunicoli di tristezza, di seriosità, dal pessimismo cupo. Vola a chi sa sorridere e divertirsi comunque, col bello e col brutto, nella gioia e nel dolore e sa vederci dietro sempre Lui, che si punzecchia per farci giocare sempre allegri e portatori di allegria. “Libbero” è così: un bambino di quarant’anni che non si è lasciato crescere. Numismatico e archeologo fuori, dentro ride e si diverte di tutto e di tutti. E il Divino gioca con lui. Babaji lo chiamò ad Hairakhan per ridere un po’, per alleggerirsi insieme a lui tutta l’amarezza che bevevo a fiumi, ogni giorno.