Un male diffusissimo, ma che non è mai stato una priorità di denuncia: la cosiddetta archeomafia. Razzia in ambito d’arte, in un territorio, il Belpaese, in cui paesaggio e capolavori del passato si completano a vicenda. Il commercio clandestino delle nostre opere d’arte è un business ricchissimo che coinvolge mafia, camorra e sacra corona unita, oltre a persone del mestiere senza scrupoli e musei. Poco importa che lo scempio venga perpetrato a puro scopo di lucro o spinti dalla necessità di fare cassa, liquidando patrimoni ritenuti ingombranti o troppo complessi da conservare. E così, i nostri capolavori finiscono per impreziosire uffici di burocrati, sedi di ambasciate o dimore dei potenti di turno.