Preparata negli anni Trenta ma pubblicata soltanto nel 1949, questa silloge di scritti dalle opere di Bachofen, scelta e tradotta da Julius g Evola, costituì la prima vera testimonianza italiana di interesse per le tesi dello studioso svizzero-tedesco. Evola, ch era venuto a conoscenza della "riscoperta" bachofeniana in Germania e Svizzera alla fine degli anni Venti, curò la propria scelta mirando a fornire al lettore un quadro il più possibile vasto e approfondito dell'opera monumentale di Bachofen, proponendone quei passi dai quali potessero emergere con maggiore chiarezza le tesi portanti della sua metafisica dell'antichità, senza peraltro nascondere le proprie perplessità e differenze rispetto a quell'impostazione...