Tradotto per la prima volta in italiano, questo libro, un autentico classico, non riguarda i giochi in senso ampio e neppure i giochi in senso proprio. Riguarda quella particolare categoria di attività ludiche, utilizzate a scopi educativi o di formazione, che l’autore chiama gaming o, talvolta, gaming simulation. Nonostante il tempo trascorso, il nocciolo dell’argomentazione è straordinariamente attuale, quasi profetico. L’uso della simulazione giocata come “ambiente” di apprendimento, analisi e previsione in sistemi complessi si è dimostrato eccezionalmente efficace. Per realizzare scelte pubbliche delicate, per la gestione dell’ambiente, del territorio e della città, oppure per definire nuove strategie aziendali in un mutato contesto di mercato è decisiva la costruzione del consenso che richiede il coinvolgimento diretto di numerosi attori. I giochi di simulazione si rivelano efficacissimi contesti di apprendimento per discutere e verificare le possibili alternative, per costruire scenari e comportamenti sostenibili. Uno strumento buono (per l’autore addirittura un Linguaggio del Futuro) rischia, però, di diventare un soprammobile se non viene usato bene. Anche il bisturi più affilato può finire a spalmare il burro se è di cattiva qualità. Questo volume è, tra l’altro, un ottimo “libro di cucina”, scritto da un grande chef: le sue raccomandazioni di motivare, definire gli obiettivi chiaramente, documentare, spiegare, valutare sono meticolose.