Durante la pandemia il professor Mattei si è opposto al Green pass e all’obbligatorietà. È un uomo di sinistra, ma si è unito, in questi mesi, alle proteste cavalcate dalla destra e dai no vax, al cosiddetto fronte del Dissenso. Partendo da questa disobbedienza il professore, molto vicino alle battaglie di Stefano Rodotà, ragiona su alcuni temi fondamentali del mondo di oggi: il capitalismo della sorveglianza, il concetto di libertà del cittadino e di discriminazione nei confronti di chi è escluso. La deriva costituzionalista dello stato di emergenza che nasconde, secondo lui, i rischi neanche troppo nascosti di uno stato securitario. E poi la sua battaglia di una vita, quella dei beni comuni in una società solidale e felice. Ugo Mattei, come Massimo Cacciari e Alessandro Barbero, è l’alfiere della rivolta contro la società del controllo.«La maggioranza dei nostri costituzionalisti minimizza la devastazione culturale generata dalla pandemia. Bisognerebbe indignarsi contro le pratiche predatorie di Pfizer e delle altre big pharma, davanti al disastroso declino della politica, privatizzata e degradata in continue manifestazioni di arroganza (coi deboli) e viltà (coi forti)».
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