Questo libro parla di popolazioni, risorse naturali e conflitti. Attraverso il racconto di 25 "casi", delinea un mondo in cui si intrecciano crisi ecologiche e movimenti sociali fornendo il quadro dei nuovi conflitti che sempre più segneranno, drammaticamente, il destino di questo secolo. Alcune storie descrivono alcuni movimenti sociali di un genere nuovo, quelli delle popolazioni sfollate per far posto alle dighe o perché avvelenate dagli oleodotti. Sono i cosiddetti "rifugiati ambientali": i contadini e i pescatori del fiume Mun, in Thailandia, per esempio. Qui una diga ha distrutto la vita del fiume, la pesca e l’agricoltura. La popolazione in rivolta ha invaso cantieri, si è accampata lungo il fiume, è scesa a Bangkok, mobilitando a suo sostegno un ampio movimento di opinione pubblica urbana. Si pensi anche agli abitanti della valle di Narmada in India, dove un complesso di grandi dighe ha stravolto la vita di un milione di persone, private delle basi materiali della sopravvivenza, di un modo di vita e di un sistema di relazioni sociali. Nei primi anni novanta, il Movimento per la salvezza del Narmada ha costretto la Banca mondiale a ritirarsi dal progetto e ha messo in luce l’altissimo costo umano delle cosiddette "opere di sviluppo".