Uscito nel 1832, a due anni di distanza dal Course de philosophie positive di Comte (1830), l’Hermès Dévoilé, insieme al Cours de philosophie hermétique di Cambriel (1843) è una delle ultime e di gran lunga la più nota e influente testimonianza letteraria della persistenza e trasmissione dell’alchimia nella Francia del XIX secolo. Il carattere largamente autobiografico dello scritto, il mistero a tutt’oggi impenetrabile dell’identità dell’autore, la riproposizione accorta di un armamentario simbolico affascinante e immaginifico, il recupero di topoi centrali nella letteratura alchemica dei due secoli precedenti, nonostante la povertà della pubblicazione e la sciattezza delle prosa, assicurarono un duraturo successo al trattatello; esso diverrà, alcuni decenni dopo, con lo svilupparsi di quella renaissance occultiste fin de siècle in cui tanta parte avrà la riscoperta dell’alchimia (propiziata anche dalla eco degli studi storico-scientifici di Berthelot), uno dei testi di riferimento per Papus, Poisson, Jollivet-Castelot e gli occultisti parigini della Belle Époque, conoscendo una riedizione nel 1915 per i tipi della Bibliotèque Chacornac.