Il 22 dicembre 1988 Chico Mendes veniva ucciso a revolverate davanti a casa sua, a Xapuri, nell’Amazzonia occidentale: condannato a morte per aver difeso (come sindacalista e politico) la sua gente e la sua foresta dal disboscamento voluto da latifondisti e multinazionali del legname. Ancora oggi Chico è un esempio per chi crede che il “progresso” non si raggiunga a spese della natura. “Se scendesse un inviato dal cielo e mi garantisse che la mia morte sarà utile a rafforzare la nostra lotta, ne varrebbe la pena. Ma l’esperienza ci insegna il contrario. Quindi voglio vivere. Cerimonie pubbliche e funerali non salveranno l’Amazzonia”.