La Despret ci dimostra con un'infinità di esempi come le pecore, i maiali, i corvi, i topi, i pappagalli, i cani, le scimmie possano trasformare i ricercatori, facendoli diventare più intelligenti, inducendoli a porre loro le domande giuste. Sono proprio queste domande giuste a trasformare gli animali, scoprendone un'inattesa dimensione culturale. Loro e nostra. Così la scimmia, posta da Freud e Darwin alle origini della nostra specie, diventa assai più interessante quando viene studiata dal naturalista anarchico Pëtr Kropotkin. E che cosa avviene quando le pratiche degli etologi cambiano con l'avvento delle donne nella ricerca sul campo? E che dire delle questioni filosofiche e politiche poste dalle nuove acquisizioni scientifiche e dai movimenti animalisti?