Da circa trent’anni Kazuyoshi Nomachi insegue, negli angoli più nascosti e più poveri del pianeta, i modi e i cammini che l’uomo segue alla ricerca di sé, degli altri e di dio: i pellegrinaggi, o, come li definisce l’autore stesso, i “percorsi di preghiera”. Preghiera, pellegrinaggio, religione sono fenomeni che coinvolgono l’umanità senza distinzioni di alcun genere, nella stessa misura in cui riguardano l’individuo. Su di essi si fondano gli equilibri più intimi di tutti e di ciascuno, i nostri ruoli e le nostre responsabilità. E diventa indispensabile, in tempi caratterizzati dal disinganno e dalla sfiducia, rivalutarne il peso e la funzione: oggi sembra nascere un’esigenza assoluta di “fermare il mondo”, ripensandone i valori partendo da zero.
quasi da zero. Un’occasione del tutto nuova per speculare sulla fede in senso assoluto e sulle sue nuove potenzialità ci viene offerta da un pluripremiato fotogiornalista giapponese, Kazuyoshi Nomachi. L’autore, convertito all’Islam e quindi in grado di aprire una prospettiva decisamente nuova e singolare su questioni tanto sottili, da trent’anni insegue, negli angoli più nascosti e spesso più poveri del pianeta, i modi e i cammini che l’uomo segue alla ricerca di sé, degli altri e di Dio: i pellegrinaggi, o, come li definisce l’Autore stesso, i “percorsi di preghiera”, le correnti emotive che portano i musulmani alla Qaaba, i buddhisti a Lhasa, i cristiani etiopi a Lalibela...