Emily è una giovane dottoressa inglese con una vita tranquilla e felice. Figlia unica e coccolata fin da bambina, Emily non ha molto di cui lamentarsi. Ma a ventisette anni la noia del lavoro in ambulatorio inizia a farsi sentire, accompagnata da un desiderio di poter rendersi utile in luoghi “dove la gente si ammala per davvero”. E così decide di partire per la Sierra Leone, la “montagna del leone”.
Abbandona una promettente carriera come medico, si lascia alle spalle una comoda esistenza a York e parte per due anni di volontariato in uno sperduto ospedale della Sierra Leone. Qui scopre che le arance sono verdi, le banane sono scure e i malati sono molto malati. Non c’è acqua, non c’è elettricità, non c’è ossigeno, non ci sono strumenti chirurgici... e lei non è un chirurgo. Non c’è neppure una tavoletta di cioccolata per curare il suo brutto caso di amore non corrisposto.
E infine arrivano anche i ribelli! Ma i problemi della “dottoressa Em” sono piccoli in confronto a quelli che devono affrontare gli abitanti della Sierra Leone... Se loro conservano l’ottimismo, perché non può farlo anche lei? Man mano che i giorni passano, Emily acquisisce sicurezza e competenza, aiutando un gran numero di persone. Soffre per i suoi pazienti, costretti a morire per mancanza di vaccini o di medicinali, oppure stoici nel sopportare interventi fatti in anestesia locale.
Emily si rende conto che i suoi problemi, se paragonati a quelli della gente che vive a Serabu, sono davvero poca cosa. E da questa gente impara a trovare il lato positivo in tutto, a non giudicare in base alle apparenze negative. Proprio come le arance verdi che acquista per strada, che hanno un succo dolcissimo. Arance verdi ruota attorno all’esperienza del volontariato in una terra lontana, e piena di problemi: le aree rurali della Sierra Leone sono zone impoverite dallo sfruttamento del colonialismo antico e moderno. Il paese infatti è ricco di risorse, ma queste vengono convogliate tutte dove c’è profitto, lasciando gli abitanti delle “montagne del leone” senza nulla di cui vivere.
Il risultato è uno stile di vita dove mancano persino quelle cose che in Occidente si danno per scontate: acqua, cibo, medicinali. E questo fatto si ripercuote sul sistema sanitario. Ma l’aspetto su cui Emily pone l’accento è la straordinaria forza d’animo e volontà degli abitanti del posto, che invece di lagnarsi per la scarsità di infrastrutture e di assistenza sanitaria, accolgono sempre la dottoressa con un sorriso e con grande riconoscenza per quel poco che ricevono.