La cultura dell'anima, proposta in questo primo volume di un lavoro ad essa dedicato, è una disciplina antica e nuova della vita umana. Antica, poiché da sempre l'uomo ha cercato, mediante lo sviluppo delle facoltà migliori di cui dispone, di nobilitare la propria natura e il proprio carattere, al fine di renderli quanto più conformi all'immagine divina che porta in sé.
Nuova, poiché essa ha assunto nel presente una forma caratteristica di non facile discernimento, vuoi per la sua accresciuta spiritualità e la conseguente perdita di supporti esterni, vuoi per un attaccamento ancor tenace alle forme antiche in cui tali supporti erano convenienti e necessari.
In quanto rispondente al bisogno dell'uomo di adeguare sé alla propria essenza, la cultura dell'anima potrebbe esser detta l'arte di rendere umano l'uomo, il che essa persegue promovendo lo sviluppo individuale di quelle facoltà, grazie a cui esistono e si perpetuano nella storia umana l'anelito alla sapienza, il sentimento sociale ed estetico, e la disposizione alla pietà religiosa.
In un'epoca in cui il regredire di tali facoltà è all'origine di una crescente disumanizzazione del mondo civile, una simile arte o cultura può rivelarsi di viva attualità per chi ne faccia propri gli intenti che la ispirano.
Il criterio della trattazione è quello storico, non solo perché il più esauriente in quanto a varietà di fenomeni offerti, ma soprattutto perché consente di seguirne gli sviluppi e ricavarne quindi le leggi. D'altra parte lo studio dei fenomeni storici già dispone a quell'attitudine di ascolto imparziale, che è uno dei requisiti principali di una moderna cultura dell'anima.