Le immagini della poesia di Amichai provengono dalla storia interiore ed esteriore dell’ebraismo.
È come se tutto l’antico patrimonio spirituale fosse stato trasformato in sonanti monete moderne e avesse inondato la sua poesia con un inesauribile flusso di metafore precise e pertinenti.
E nello stesso tempo egli ha trasformato tutti gli elementi delle moderne circostanze israeliane nella stessa moneta, a circolazione universale.
Così è la lingua delle sue poesie d’amore.
Quasi tutte le sue poesie sono d’amore, molte delle quali decisamente erotiche […] Scrivendo dei suoi più intimi spasimi d’amore in termini di guerra, politica e religione, Amichai scrive, inevitabilmente, di guerra, politica e religione nei termini dei suoi più intimi spasimi d’amore. […] Ci troviamo di fronte a un racconto di cose reali da lui vissute e sofferte, di fronte a una poesia che sembra, una volta di più, il discorso naturale di gente che parla con candore, con humour, con generosità della profondità e della densità psicologica di quelle cose.
È una cosa talmente rara che io, personalmente, leggo e rileggo queste poesie e ogni volta ne rimango scosso, come di fronte a qualcosa di schiettamente sincero e vivo.