Questo volume si propone di fornire una panoramica, la piu' aggiornata possibile, sui fenomeni musicali che esulano dalle correnti tradizionali del rock, del jazz e della classica, e che rappresentano in senso lato l'attuale "avanguardia".
In tal senso l'avanguardia, piu' che un movimento monolitico e omogeneo, appare come una federazione piu' o meno aperta di tante scuole diverse e separate. Alcune costituiscono la cosiddetta "contemporanea" (capitoli 1-7), figlia dell'avanguardia classica; altre sono scaturite della sperimentazione dei complessi rock (capitoli 8-10); altre ancora appartengono al nuovo jazz, e non fanno altro che legittimare una volta per tutte il jazz nel novero della musica "intellettuale" (capitoli 11-13); la new age, infine, sfrutta le suggestioni delle scuole precedenti (capitoli 14-17).
Piuttosto che un'introduzione generale ci sembra allora piu' opportuno fornire una presentazione capitolo per capitolo:
- L'avanguardia popolare. Per avanguardia si intendeva un tempo soltanto l'avanguardia classica. A dimostrazione di come i tempi siano cambiati, questo libro e' in gran parte dedicato a musicisti che hanno le loro origini nel rock, nel jazz o nella new age. In questo primo capitolo ci proponiamo di fornire una panoramica storica sulla nascita dei movimenti musicali che hanno introdotto le novita' armoniche, acustiche, ideologiche su cui speculano tuttora gli sperimentatori moderni. Ci premeva anche trasmettere la sensazione che esista una qualche continuita' fra i lavori di Varese e Stockhausen (per citarne due particolarmente famosi) e i protagonisti di questo libro.
- Minimalismo. La scuola minimalista degli anni Settanta era chiaramente delimitata. Benche' oggi susciti delle perplessita' accostare Young a Glass o Riley a Reich, ci siamo attenuti a una classificazione che ha indubbiamente un senso geo-storico.
- Musica Gestuale. Abbiamo raccolto qui il grosso dei discepoli americani dell'avanguardia classica. Trattandosi in gran parte di musicisti che hanno dato il meglio negli anni Sessanta o Settanta, e' dubbio se siano ancora da considerarsi "avanguardia", ma era d'obbligo almeno una citazione.
- Musica Concreta. Questo capitolo raccoglie le esperienze a nostro avviso piu' salienti nel campo della fusione di suoni naturali e suoni artificiali.
- Vocalismo creativo. Passiamo in rassegna le compositrici la cui opera e' funzione di un uso innovativo del canto, con l'obiettivo minimo di segnalare l'esistenza di un generale movimento di pensiero, che trascende il genere musicale, verso un canto piu' libero e piu' espressivo.
- Minimalismo Europeo. Gran parte dei musicisti europei esaminati nel libro sono raccolti qui. Abbiamo in generale ridotto al minimo le culture extra-americane, pena l'esplosione combinatoriale dei nomi.
- Massimalismo. Sotto il cappello di "massimalismo" (un vocabolo inventato per sottolineare la differenza dal minimalismo classico) abbiamo raccolto i musicisti di scuola classica che sono stati in qualche modo discepoli del minimalismo ma che ne stanno ampliando a dismisura gli orizzonti armonici.
- Rock elettronico. Alcuni musicisti rock (soprattutto tedeschi e francesi) sono stati fra i pionieri della new age elettronica. Se nel contesto del rock possono passare inosservati, nel contesto di questo libro rappresentano un momento importante nell'evoluzione del genere. Abbiamo limitato la rappresentanza dei musicisti "cosmici" a Schulze e Vangelis, in quanto padri fondatori. Per un elenco completo degli antesignani rimandiamo al capitolo sulla Musica Cosmica nella nostra Storia del Rock (vol. 3).
- Rock da camera. In questo capitolo esaminiamo quella parte del rock progressivo che si e' spinto ben al di la' dei confini tradizionali del genere. Sono ormai numerosi i complessi che adottano formazioni piu' simili alle orchestre da camera e che eseguono singolari fusion folk/jazz/classiche. Qui copriamo soltanto quegli ensemble che, per numero e tipo di strumenti, piu' ci sembrano esulare dal rock propriamente detto. Per un'analisi piu' diffusa del fenomeno rimandiamo di nuovo alla Storia del Rock, e in particolare ai capitoli sulla New Wave, sulla Musica Industriale, sulla No Wave e sul Rock Minimalista.
- Ensemble Elettronici. Il capitolo esamina quei "complessi" che si avvicinarono all'improvvisazione jazz e alla musica elettronica pur conservando un approccio da musica popolare.
- Solismo Creativo. La scuola dei solisti jazz (Derek Bailey, Anthony Braxton) ha figliato una generazione di solisti aperti ad ogni sorta di esperienze insolite, sia in Gran Bretagna sia negli USA. In questo capitolo esaminiamo coloro che, a nostro avviso, partendo da quelle premesse (un po' limitative) sono pervenuti a un genere musicale super partes in cui a contare e' unicamente la creativita'.
- Space jazz. Il jazz-rock e' uno dei piu' ovvi antesignani delle atmosfere new age. Fra gli ultimi esponenti del jazz-rock una generazione e' nata e cresciuta a stretto contatto con la new age e pertanto nessuna analisi del fenomeno new age puo' prescindere da una panoramica su questi musicisti.
- Jazz post-moderno. Da John Coltrane in poi sarebbe difficile citare un musicista jazz che non sia "d'avanguardia". In questo capitolo abbiamo limitato l'analisi a quegli intellettuali piu' o meno accomunabili al jazz che sposano in maniera piu' esplicita i criteri estetici del postmodernismo (ovvero della citazione, della contaminazione, della ri/costruzione), e quindi della nostra era.
- New Age. Il termine "new age" e' ormai venuto ad indicare un genere a se stante, che comprende anche world-music e space-music. In questo primo capitolo delle musiche "new age" trattiamo la new age propriamente detta, quella dei solisti acustici e dei loro derivati.
- Ensemble acustici. Il fenomeno della new age sta dando origine a una nuova forma di musica da camera. Per quanto tendenze di questo tipo siano sempre state presenti nel jazz e anche nel rock, abbiamo qui raccolto le esperienze piu' recenti.
- World Music. In questo capitolo vengono trattati quei musicisti d'avanguardia la cui opera si svolge all'insegna di una fusion panetnica, a partire da precursori come Deuter e Winter fino ad arrivare ai musicisti new age che sfruttano quelle intuizioni per fini sciamanici. Il capitolo e' limitato ai musicisti new age, esclusi pertanto i fenomeni piu' propriamente etnici, o piu' commercialmente fusion, di world music.
- Space Music. Il capitolo passa in rassegna la generazione di musicisti elettronici (tonali e popolari) emersa con la new age.
I puristi dell'avanguardia ci rimprovereranno probabilmente di aver incluso la new age, a scapito di tanti sperimentatori sconosciuti e coraggiosi. Chi ha letto la nostra Storia del Rock sa quanto poco amiamo i fenomeni di moda e quanto tentiamo di promuovere i musicisti piu' oscuri. Crediamo, pero', che in questo momento storico la new age rappresenti, nel bene e nel male, un frutto concreto del programma di rinnovamento lanciato dall'avanguardia negli anni Sessanta e sia pertanto imprescindibile, al di la' delle opinioni personali. Assumere posizioni preconcette contro la new age potrebbe un giorno sembrare tanto anacronistico e conservatore quanto lo furono ai tempi loro le campagne contro il jazz e quelle contro il rock.
Abbiamo deciso di conservare la struttura della Storia del Rock anche per questa Enciclopedia dell'Avanguardia: ogni capitolo e' strutturato in una breve introduzione e in una serie di schede dedicate ai maggiori protagonisti del genere. Alcune schede risultano duplicate nei due testi, ma sempre con significative variazioni dovute alla diversa prospettiva.
A differenza della Storia del Rock le discografie hanno l'ambizione di essere il piu' complete possibili (sono pero' stati omessi le compilation e i dischi natalizi della new age). I dati discografici si riferiscono in genere alla prima edizione. Molti dischi (soprattutto di new age) sono stati riediti piu' volte da diverse etichette indipendenti e non sempre abbiamo ritenuto di dover inseguire le peripezie di un disco. La completezza si perde in misura che ci si allontana dal 1991: per musicisti che erano d'avanguardia negli anni Sessanta e Settanta, e che rivestono un'importanza storica ma sono ormai stati superati dagli eventi, abbiamo fornito soltanto una discografia consigliata. Gran parte delle opere citate nei primi quattro capitoli sono inedite su disco: di esse diamo nel testo il titolo e l'anno della "prima", ma ovviamente non sono citate nella discografia. Speriamo di aver fatto cosa utile nel fornire anche un giudizio personale sull'importanza dei singoli dischi: il neofita che volesse iniziare a farsi una cultura in merito si sarebbe trovato in grande imbarazzo davanti all'elenco di migliaia di dischi, per lo piu' difficili da reperire. Le stellette vanno da zero (no comment) a quattro (caldamente consigliato).
Trattandosi (per quanto ne sappiamo) della prima opera del suo genere, il lettore ci perdonera' le inevitabili imprecisioni nelle discografie. Nei casi in cui le probabilita' di errore erano elevate, abbiamo cercato di fornire sia l'anno sia il numero di catalogo. In generale le date citate nel testo delle schede si riferiscono all'anno di composizione del brano, quelle della discografia all'anno di pubblicazione del disco. Personaggi giunti alla ribalta soltanto oggi, ma attivi da decenni in altri contesti (come Kitaro, Winter, Horn) hanno posto i problemi maggiori. In qualche caso non abbiamo ritenuto che valesse la pena di scavare piu' di tanto nel passato e abbiamo preferito segnalare soltanto l'esistenza di una discografia antecedente.
Un'ultima avvertenza: questa e' una guida all'avanguardia e alla new age. Ci si rimproveri l'assenza di un musicista d'avanguardia o di un musicista new age, non ci si rimproveri invece l'assenza di un musicista che "era" d'avanguardia qualche decennio fa (anche Bach e Beethoven furono avanguardia ai tempi loro!) o di un musicista che sta benissimo nel Rock (come Zappa) o nel Jazz (come Braxton) senza bisogno di scomodare il termine "avanguardia".