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Dietro e accanto alla scoppiettante e variegata apparenza dell’amore, ai travagli e ai piaceri della passione, c’è la vita insieme. La felicità di cui parla l’ultima frase delle favole è un desiderio che, una volta soddisfatto, presto o tardi si tramuta in quotidianità; la contentezza prende facilmente il sapore della noia; la consuetudine finisce per escludere ogni sorpresa.
Ebbene, secondo Claude Habib, filosofa e scrittrice che non ha paura di pensare controcorrente, tutto ciò non è affatto un male, anzi. La quiete laboriosa del nido che ci siamo scelti e dove torniamo a «ripararci», insieme e grazie all’altro, è il luogo d’elezione in cui troviamo noi stessi, uno spazio di autentica libertà.
Anche se, fuori di lì, tutti sembrano sostenere il contrario: chi in nome di concetti astratti di uguaglianza o parità, chi di un’idea banale e consumistica del piacere; anche se tutto, dalla sociologia alla cronaca nera, racconta di rapporti in crisi, di dinamiche patologiche, di abissi spalancati sul male assoluto. Partendo da radici di pensiero radicalmente laiche, chiamandoci a osservare e apprezzare in tutto il suo prodigioso dettaglio la magia della cura quotidiana, questo libro tesse un elogio appassionato e commovente della coppia ed eleva un inno alla vita insieme, che, in tutta la sua imperfezione e fragilità, non smette di riproporsi, giorno dopo giorno, come la promessa di felicità nella quale almeno una volta nella vita possiamo credere tutti.
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