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L’uomo e la donna sono uguali… beh, quasi uguali. Di fatto, siamo più uguali che diversi. Potremmo paragonare l’uomo e la donna a due programmi di videoscrittura ciascuno con le sue specificità. Le nostre somiglianze costituiscono il 97,83% della natura umana: uomini e donne hanno due gambe, due braccia, un corpo, una testa. Inoltre, la loro vita ruota attorno alle medesime dimensioni: personale, relazionale, professionale e parentale. I bisogni sono decisamente gli stessi: sopravvivere, amare, essere amati, realizzarsi, riprodursi. E così anche le loro paure. Il cervello presenta strutture analoghe.
Uomini e donne sono simili, ma anche diversi. Né peggiori né migliori. Diversi. Queste differenze tra uomo e donna, quantunque minime, sono sempre presenti, in ogni momento e soprattutto quando meno ce lo aspettiamo. Pur sapendolo, non è sempre facile percepire tali differenze e soprattutto trascenderle. In qualsiasi conversazione tra uomo e donna l’incomprensione non aspetta che una scintilla per divampare, il conflitto si nasconde dietro ogni parola, ogni intonazione.
Prima, l’uomo e la donna non vivevano assieme: lei viveva all’interno, lui all’esterno. Una donna che voleva comunicare lo faceva con la madre, la sorella o un’amica. Oggi vuole farlo con il partner il quale, dal canto suo, non ha mai avuto davvero bisogno di comunicare e ancor meno di parlare dei suoi stati d’animo.
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