L' estasi, ovvero la perdita del senso corporeo e delle capacità logiche e mentali normali, per acquisire una consapevolezza che prescinde da tutto ciò che di norma può identificarsi nel pronome personale io, ovvero dal proprio essere, dalla propria individualità, distinta dagli altri e dal mondo esterno, è sicuramente poco di moda in questi tempi.
La perdita dell’io di veglia e del senso corporeo è piuttosto definita sonno o, quando non è normale, catalessi o stato comatoso. Con tali parole si indica la perdita di ogni potere di sentire e ragionare, senza nessun senso di consapevolezza né tantomeno di superiore conoscenza che il termine estasi indica.
Ciò potrebbe far pensare che per gli uomini moderni non è più possibile alcuna conoscenza estatica e che questo tipo di accadimento può essere al massimo il sintomo di turbe mentali o di follia. Eppure l’Autrice, rifacendosi a concezioni antichissime, fa intendere che l’estasi, se pur in casi rarissimi, è forse ancora possibile proprio nel senso di armoniosa conoscenza trascendente ed al di là di tutte le categorie mentali.
Nella sua breve trattazione cerca anche di descrivere, con parole a volte commoventi ed evocatrici ed a volte forti e senza compromessi, le caratteristiche di questa rara e privilegiata esperienza, le peculiarità che dovrebbe avere chi può conoscerla e le conseguenze che da un tale evento potrebbero derivare nel rapportarsi con la realtà esterna, interiore e trascendente.