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"Eric Baret è un vero Innamorato della vita: questo amore non ha niente a che vedere con quello romantico che durà finché la vita è bella. E' una Intensità, presente e totale come lo è una montagna: quello che cresce cresce, quello che frana frana, la montagna è sempre presente. E' questa intensità che Eric incessantemente, instancabilmente ci trasmette." Nell'universo del tantrismo indu lo schivaismo del Kashmir occupa un posto tutto particolare. Sotto l'impulso di maestri notevoli ha sviluppato fra il non e il quattordicesimo secolo, (anche se alcuni suoi testi fondamentali sono ben più antichi), una dottrina metafisica la cui altezza e profondità non hanno nulla da invidiare alla celebre scuola dell'advaita-vedanta fondata da Guadapada e Shankaracharya.
Poiché è conosciuto soprattutto attraverso le sue più colorate caricature e anche perché possiede un linguaggio segreto, il tantrismo è sovente non compreso. Qui si presenta non come un viaggio di disorientamento culturale, ma come un chiarimento senza concessioni sulle nostre modalità di pensiero e di azione. Sbarazzata dal romanticismo sessuale infantile inventato in Occidente, questa tradizione vivente mette in questione la realtà delle nostre sofferenze. Cosa è davvero il tantrismo? Cos'è il desiderio? Cos'è l'amore stesso? Negli incontri affidati a questo libro, dove i dialoghi non appaiono se non per celebrare un profondo ritrovarsi, risuona il sentimento di una libertà per lungo tempo presentita ma sempre allontanata. In realtà, la gioia è più vicina a noi di quanto avremmo mai immaginato.
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