Il modo imperioso e irrevocabile con cui solo Del Monaco nel verdiano Otello chiede per tre volte il fazzoletto presuppone un’urgenza che solo un grave problema di naso giustificherebbe: un caso potrebbe essere un potente starnuto in arrivo come quello del Totò della scena del vagone letto sul treno, una situazione che comunque un allergico può ben comprendere.
La radiosa primavera che ci ricorda sprizzi di gioia vivaldiana o botticelliana viene invece attesa con tristezza invernale da chi, etichettato genericamente come sofferente di allergia da fieno, non può nemmeno sentir nominare la parola polline, e se gli consigliate il polline delle api come cura, vi risponderà aggressivamente risentito, facendo come si suol dire d’ogni erba (o polline!) un fascio, che egli vi è allergico.
Recentemente, in un paesino un sindaco ha creduto bene per alcuni bambini affetti da favismo, di proibire la coltivazione delle fave in tutta la zona e di eliminare tutte quelle esistenti: queste sciocche e infantili e primitive ed ignoranti soluzioni vanno ad aggiungersi ad altre proposte, come quella di eliminare gli alberi dalle strade perché costituiscono un pericolo per le auto che vi potrebbero andare a sbattere: con questo ragionamento, bisognerebbe eliminare anche le automobili stesse contro le quali altre automobili potrebbero andare a scontrarsi!
Ed infatti, recentemente a Roma, per un episodio verificatosi, qualcuno ha proposto di rendere colpevoli le auto parcheggiate in doppia fila se causa indiretta di morte in caso di incidente: ma con questo ragionamento anche le auto parcheggiate in regola possono essere colpevoli; e se un aereo va a schiantarsi su una casa, anche la casa è colpevole!
Ed eliminiamo anche le montagne in tutto il mondo, perché gli aerei potrebbero andarvi a sbattere!
Ed asportiamo per coerenza chirurgicamente il naso e gli occhi lacrimanti degli allergici come si asportano ghiandole o altri organi del corpo solo perché malati o implicati in una manifestazione patologica anche solo come sintomatologia.