Un testo autorevole e innovativo che, con Free di Chris Anderson, dà un contributo fondamentale al dibattito sul futuro della cultura e dell’economia in rete. Prefazione all’edizione italiana di J.C. De Martin, Creative Commons Italia.
La cultura del “remix” è tra noi. I navigatori (giovani ma non solo), scaricano normalmente dal web e rielaborano a loro piacimento musica, testi, video, fotografie, dando vita a nuove opere creative, dentro e fuori dalla Rete; nuove opere dell’ingegno che si riproducono confondendosi e generando nuova arte, utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia.
Ma è un’arte illegale, e molti dei creativi più talentuosi del nostro tempo sono criminali da perseguire in base alle leggi sul copyright, che non tengono conto delle nuove tecnologie digitali e vorrebbero disciplinare il download dei file allo stesso modo delle fotocopie di un libro.
Ecco quindi che le “guerre del copyright”, portate avanti negli ultimi anni a suon di cause milionarie e leggi repressive, diventano uno scontro tra due culture: da una parte le grandi major preoccupate di vedere andare in fumo i loro profitti e il loro modello di business e dall’altra la moltitudine degli Internauti – spesso giovanissimi – che intendono condividere liberamente il frutto della loro creatività.
Di fronte ai due estremi – tutto a pagamento o tutto gratis –, Lawrence Lessig, giurista di fama internazionale e autorità mondiale in materia, mostra la necessità di cambiare approccio e propone un modello “ibrido” che, attraverso gradi diversi di protezione della proprietà intellettuale, bilanci le esigenze dei creatori con il desiderio dei fruitori di impossessarsi dei prodotti artistici e culturali, “remixarli” e farli circolare liberamente.
Una soluzione che, oltre a garantire la sopravvivenza dell’industria culturale e degli artisti digitali, eviterebbe alle giovani generazioni di crescere con l’etichetta del “pirata”.
Perché è in gioco la libertà creativa, ma anche il rapporto dei nostri figli con la legge.