Come si fa a far coincidere l’immagine sempre più mitizzata e stereotipa del reporter con uno che dice cose come queste:
“Quando lavori con i fatti, come giornalista, ci sono aspettative, vincoli formali, un’immagine del lettore… poiché permetti a queste cose di interferire sul materiale, che sono i fatti, non puoi che produrre una bugia, mi sembra. Ma se prendi una bugia e permetti al tuo desiderio di verità, al tuo senso del dovere, di lavorarci su, allora in qualche modo salta fuori qualcosa che ti porta più vicino alla verità?"
Eppure Johnson, poeta allievo di Carver, romanziere, sceneggiatore, è fra i reporter più amati da quello stesso “New Yorker” che solletica il suo orgoglio annoverandolo fra i campioni della drug literature. è solo che gli piacciono i margini, e ancor più quello che sta al di là dei margini (Reports from the Edges of America and Beyond è il titolo originale di questo libro): una passione che da letterato lo porta a vivere le mille vite secondarie che cadono all’esterno del sogno americano, e da giornalista, sia pure sui generis, gli impone di cacciarsi in tutte le situazioni in cui i suoi amati dropout si associano per creare comunità, gerarchie di valori, visioni radicalmente alternative al mondo dei regolari.
E a identificarsi, fino a descriversi in terza persona nei suoi reportage, con i soggetti su cui lavora, come nel terrificante “Il miliziano che è in me”, viaggio nell’America nazista non disomogeneo per coraggio, attitudine lisergica e (ebbene sì) compassione, dalle altre cronache di queste pagine, dove può capitare di seguire Johnson nelle sue memorie di boy scout, nel viaggio di nozze in Alaska in cerca dell’oro per forgiare le vere nuziali; in Somalia a scoprire di essere l’unico americano rimasto da quelle parti, al seguito dei paramilitari liberiani a guardare un filmino delle torture inflitte al dittatore deposto. Cronache anarchiche, si è scelto di chiamarle: lo sono, tanto da demolire con efficacia l’immagine consolidata e bugiarda che il mondo contemporaneo ama coltivare del mestiere di giornalista, del dovere di cronaca, persino della verità.