Gli Stati Uniti d’Africa sono una prospera federazione, vi si fanno traffici e affari in moderne megalopoli, sull’autostrada 99 viaggiano auto di lusso, gli uomini sono evoluti e benestanti, tutti bevono l’Africola o il Neguscafè. Però alle sue frontiere si accalcano miserabili profughi, senza casa, cibo e speranza, in fuga dall’Euroamerica, sottosviluppata e funestata da guerre interetniche. Anche Maya, la protagonista del romanzo, ha percorso questo tragitto tempo fa. Nata in Normandia da una donna alcolizzata, è stata adottata da “papà dottore”, come lo chiama lei, un pediatra in missione umanitaria in Francia che l’ha ricondotta con sé ad Asmara.