Si dice che il libro sia come una somministrazione omeopatica e involontaria in quanto la lettura disfa di notte quello che la memoria ha costruito di giorno, e compie un lavoro terapeutico vicino a quello del sonno e del sogno. La libroterapia non cura i disturbi psichiatrici, anche minori, ma costituisce un prezioso strumento d’intervento per tutta quella “zona grigia” che va dalla crisi esistenziale o familiare alla normale tristezza o alle crisi delle "età di passaggio", dallo smarrimento d’identità alla caduta di ruolo, situazioni che quasi mai richiedono di essere "medicalizzate". Spesso i malesseri dell'anima, i disagi emotivi e affettivi non dipendono necessariamente da vere patologie, quanto piuttosto da negare spazio alla propria vita.