Nel 1980, in California, iniziò la sua attività la banca del seme dei Nobel. Convinto che l’America fosse a un passo dalla catastrofe genetica, un eccentrico milionario di nome Robert K. Graham aveva infatti deciso di contrastare il declino del suo paese offrendo alle donne sperma di genio per l’inseminazione artificiale. Negli anni che seguirono la banca del seme fu sommersa dalle richieste di donne che volevano scegliere un donatore dalla sua lista di scienziati premi Nobel. E contribuì a far nascere oltre duecento bambini. Nel 1999, dopo la morte del suo fondatore la «fabbrica dei genî» chiuse i battenti e tutta la storia cadde nell’oblio. Cosa ne è stato di quei bambini? E i padri «superuomini» si sono interessati a quella prole sconosciuta portatrice dei loro cromosomi? E le madri, com’erano? All’inizio del 2001, deciso a ricostruire questa inquietante vicenda, David Plotz scrisse un articolo per la rivista on-line «Slate», invitando chiunque avesse notizie sulla banca a contattarlo...