«Il pastore del canto», il Gītagovinda, è uno dei grandi testi dell’eros indiano – celebrazione della voluttà senza soggetto e insieme delle nozze dell’anima con Dio, che qui appare come il giovane Krsna «inghirlandato di bosco», incarnazione di Visnu. Il Gītagovinda canta le sue inesauribili avventure d’amore con le molte pastorelle dalle «carni tonde, lisce, quasi elastiche, dense della molle densità del miele che cola sopra il miele» e con la pastorella che è l’Amata prediletta fra le mille spose: Rādhā. I dati elementari di ogni storia d’amore – la gelosia erotica, il languore fantasticante della separazione, il brivido del ritrovarsi – parlano qui in immagini lussureggianti, come se ogni pulsazione del sentimento si dilatasse nel cosmo trascinando dietro di sé un corteo sontuoso di metafore...