Il WWF non ha dubbi e sostiene che l’insieme della tutela dei beni ambientali e culturali dell’Italia esce fortemente indebolito alla fine della XIV legislatura. L’ambiente del nostro Paese è un valore costituzionale da proteggere e valorizzare? La legislazione ambientale è stata implementata e migliorata nel corso della XIV legislatura? Il diritto alla partecipazione dei cittadini e delle associazioni ambientaliste alle scelte politiche e legislative riguardanti l’ambiente e la salute sono stati garantiti? L’ambiente, che faticosamente negli anni era riuscito ad acquisire un riconoscimento come bene primario e valore trasversale, con la XIV legislatura della Repubblica – caratterizzata da due governi presieduti dall’on. Silvio Berlusconi – é stato troppo spesso considerato un fastidioso intralcio alla necessità di crescita del Paese, una risorsa da valorizzare nel modo sbagliato per cercare di compensare i deficit finanziari, una merce di scambio gestita attraverso condoni, sanatorie, deroghe. La tutela dell’ambiente non può poi essere separata dal diritto alla partecipazione. Un diritto dei cittadini e delle Associazioni che li rappresentano, non una facoltà dei governanti o una concessione democratica, ma un obbligo per chi amministra e governa. Di questi principi quasi nulla si è tenuto conto nelle decisioni che hanno caratterizzato i lavori parlamentari e governativi dell’ultima legislatura. In realtà – come sottolinea Gaetano Benedetto nella sua introduzione – la questione non è solo politica, né solo istituzionale. Esiste un problema culturale di fondo: i governi e le leggi di cui il Paese si dota non fanno che riflettere un analfabetismo ambientale che è diffuso e profondamente radicato nei nostri comportamenti quotidiani. Analfabetismo che in questi cinque anni è diventato politica, e quindi legge. Questo volume, frutto di una ricerca del WWF Italia, è una minuziosa ricostruzione del progressivo smantellamento dei concetti stessi di tutela e di valorizzazione delle risorse ambientali che è stato operato spesso in modo quasi occulto attraverso provvedimenti legislativi sulle materie più diverse, dai rifiuti ai beni culturali. Un quadro difficile da cogliere, proprio perché così si voleva che fosse, e che questa ricerca fa invece apparire in tutta la sua straordinaria pericolosità. Una pubblicazione che “vuol essere memoria di quanto accaduto, ma anche una sorta di “breviario” su ciò che sarà necessario correggere”.