Il maestro Cheng Man Ch’ing, partendo dalla sua trentennale esperienza di pratica del T’ai Chi Ch’uan e dallo studio dei grandi testi classici, spiega, facendo ricorso anche alla fisica e all’anatomia, come le posture e i movimenti di questa disciplina basata sull’attivazione dell’energia interna (il ch’i) agiscano, internamente, da principi energetici e, esternamente, come atti marziali sugli avversari. Egli mostra come la pratica marziale sia fondata sulle forze centripete e centrifughe della sfera e dei triangoli che la compongono.