Pubblicato nel 1927 quando Malinowski era ormai un’autorità, Sesso e repressione sessuale tra i selvaggi investe i rapporti tra antropologia e psicoanalisi e può essere a buon diritto considerato il primo tentativo di gettare un ponte tra le due discipline da parte di un antropologo con una esperienza diretta di lavoro sul campo.
Nel riconsiderare gli assunti fondamentali della teoria freudiana in una prospettiva sociologica, Malinowski giunge a una conclusione dirompente: in una società come quella trobriandese, caratterizzata da un sistema di parentela e da dinamiche familiari connotate in senso matrilineare anziché patrilineare, il complesso edipico, almeno nella forma ipotizzata da Freud, non può svilupparsi, e di fatto non è rintracciabile
Come ogni comportamento e tutta la sfera dei sentimenti, esso è una «configurazione» modellata dalla forma delle relazioni sociali proprie di una data cultura: dunque, non riducibile a una base istintuale innata e universale, come voleva Freud.