Una piccola perla preziosa per il cammino dell’anima, alla scuola di un grande maestro spirituale del XII secolo. Due pregi fra gli altri consigliano la lettura di questo breve volume di Riccardo, figura di spicco della scuola parigina di San Vittore, per la prima volta pubblicato in versione italiana. E' apprezzabile l’originale discorso sulla contemplazione. Lontano da un facile e banale dualismo misticheggiante, oggi assai in voga, Riccardo propone un’azione contemplativa che assume l’intera realtà umana (ratio e affectio) e orienta verso Dio e i valori eterni sia la ragione sia gli affetti umani, le virtù e le passioni, lo spirito e il corpo. L’opera si gusta inoltre per la sua sapienza biblica. Stupisce la mirabile capacità di cogliere le profondità e le innumerevoli suggestioni del testo sacro. Due figure dell’Antico Testamento - il passaggio del mar Rosso e l’arrivo nella terra promessa - diventano allegorie ricche di sfumature per descrivere il peregrinare dell’uomo che, attraverso la cogitatio e la meditatio, conduce alla quiete perfetta della contemplatio.
Dall'Introduzione
Nella Parigi del XII secolo l’abbazia di San Vittore diede vita ad uno dei movimenti culturali e spirituali più significativi all’inizio del secondo millennio della società occidentale. Le nascenti dinastie germaniche e i primi liberi comuni incominciavano a forgiare la struttura socio-politica del vecchio continente, dopo i difficili secoli seguiti alla caduta dell’impero romano. Contestualmente a questa nuova fase politica anche la cultura, e in genere lo spirito europeo, si stava preparando a dare vita, nel XIII secolo, alla scolastica, che diede un’impronta indelebile a tutto il pensiero occidentale fino ai nostri giorni.
Dopo la breve, ma significativa parentesi carolingia, l’XI e il XII secolo conobbero l’opera di pensatori determinanti per comprendere la teologia e la filosofia successive: Anselmo d’Aosta, Guglielmo di Champeaux, Alano di Lilla, Pietro Lombardo, Onorio di Ratisbona e, soprattutto, Bernardo di Clairvaux e Abelardo. Grazie a uno di questi, Guglielmo di Champeaux, nacque nel 1113 la scuola di San Vittore, nel monastero fondato pochi anni prima dallo stesso Guglielmo ispiratosi alla Regola di Sant’Agostino. Fra i tanti che si formarono e lavorarono a san Vittore spiccano i nomi di Ugo e, in second’ordine, di Riccardo.
Dal Testo
«Che hai tu mare, per fuggire, e tu, Giordano, perché torni indietro?» (Sal 114, 5) . E' la stessa voce del profeta che esclama con ammirazione ed esultanza. Egli vedeva infatti un miracolo di Dio, non uno solo, ma un duplice miracolo; entrambi grandi, straordinari, davvero stupendi. Egli vedeva il mare fuggire al cospetto di Israele; vedeva il Giordano far risalire l’impeto della sua corrente verso la sorgente; li vedeva entrambi obbedire al popolo ebraico e lasciar libero il passaggio a coloro che partivano. Non erano eventi nuovi, straordinari? Perciò li contemplava entrambi, li osservava con stupore e se ne rallegrava. Esclama infatti con esultanza e fede : «Che hai tu mare, per fuggire; e tu, Giordano, perché torni indietro?» Il primo miracolo accade all’uscita di Israele dall’Egitto, il secondo all’uscita di Israele dal deserto.
Chi dunque mi permette di abbandonare del tutto un luogo ostile? Chi mi può dare la possibilità di entrare nella terra promessa, permettendomi di vedere il mare fuggire e il Giordano tornare indietro? Quale meraviglioso spettacolo, veramente soave: vedere l’acqua del mare che fugge e l’acqua del Giordano che indietreggia, l’acqua amara che fugge e quella dolce che si ritira, venir meno l’amarezza e traboccare la dolcezza. Mi stupirei se chiunque vede ciò non arriva ad esclamare: «Che hai tu mare, per fuggire; e tu, Giordano, perché torni indietro?» Tali miracoli non accadono mai, se non davanti ai veri giudei e ai buoni ebrei.