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Tutti quanti ci rendiamo conto, più o meno vagamente, che per conservarci in buona salute è necessario includere nella nostra dieta una certa quantità di minerali. In qualche modo, però, non attribuiamo ai minerali la stessa importanza che attribuiamo invece alle vitamine. Diamo semplicemente per scontato che i nostri pasti quotidiani ci forniscano la giusta quantità di minerali. Sappiamo che i minerali non vengono distrutti dalla cottura dei cibi con la stessa facilità con cui ciò avviene per le vitamine, e ne diamo quindi per scontata la presenza. Il bisogno di minerali, però, non viene soddisfatto così automaticamente. L'assunzione dei minerali è infatti determinata da quel che mangiate, dal modo in cui viene preparato, e dal luogo e dalle modalità di coltivazione.
Possono verificarsi allora delle carenze di ciò che è necessario, e anzi, ciò avviene spesso. In una conferenza tenuta a Spokane, nello stato di Washington, il dottor Harry Warren, professore di geologia nell'Università della British Columbia, a Vancouver; in Canada, ha posto un particolare accento sul fatto che i minerali presenti nel suolo e nell' acqua hanno sulla salute un effetto di gran lunga maggiore di quello del clima. 'Ira i possibili effetti fisiologici del contenuto in minerali del suolo, secondo il dottor Warren, sono compresi un rallentamento del tasso di natalità e alcune malattie, quali gozzo, anemia e disturbi digestivi. Anche se è senz'altro vero che tanto le piante quanto gli animali ricavano principalmente dal suolo i minerali di cui hanno bisogno, non è altrettanto vero che le piante abbiano bisogno degli stessi minerali di cui hanno bisogno gli animali.
Le piante, per esempio, non hanno bisogno di iodio; ed è proprio per questa ragione che le piante coltivate nella zona dei Grandi Laghi e nel Nord Ovest, presso la costa del Pacifico (due "cinture del gozzo"), sono carenti di iodio, eppure crescono bene. Inversamente, i minerali essenziali per la crescita delle piante talvolta non sono affatto necessari per gli esseri umani. Questi dati di fatto ci portano ad un'altra conclusione. Non è assolutamente detto che se una pianta cresce bene - o almeno sembra crescere bene - essa sia tanto ricca di valori minerali quanto una pianta simile, ma coltivata altrove. È per questo motivo che non ci troviamo d'accordo con quegli sperimenta tori che ricoprono a tappeto le zone agricole di composti chimici, che possono mutare le caratteristiche del terreno e dei minerali che contiene. Non si può certo garantire che questa trasformazione vada a vantaggio del consumatore, solo perché fa sì che le piante crescano meglio. È vero che quando si va ad analizzare il suolo di un certo appezzamento di terreno, e si scopre che in esso manca un certo elemento minerale, vi si può vantaggiosamente aggiungere un composto naturale ricco di quel particolare elemento. Ma se si aggiungono, più o meno a caso, composti sintetici che hanno l'unico scopo di trasformare della buona terra in una super-terra che si brucerà da sola nella produzione di pomodori enormi e gigantesche patate, è molto probabile che ciò avverrà a tutto svantaggio del consumatore. Vi sono infatti forti probabilità che la frutta e la verdura coltivate in questo modo risultino carenti di contenuto minerale e vitaminico. In assenza dei minerali fondamentali, che sono il calcio, il ferro e il fosforo, la vita è impossibile; in assenza dei minerali-traccia si manifesteranno gravi deficienze; in mancanza di una quantità adeguata di ambedue i tipi di minerali, è impossibile conservarsi in buona salute.
(Tratto dall'introduzione)
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