Prefazione di Giorgio Galli. «L’uomo nuovo ed integro degli alchimisti (Homunculus) è un’utopia che ancora oggi può rivolgersi a chi ancora non si è usurato e consumato nell’attesa della rivoluzione (anzi lavora al suo avvento, attendendola evangelicamente come un ladro di notte).
Quest’uomo intero è il rovescio dell’uomo alienato che oggi purtoppo rappresenta l’umanità. Non a caso la tematica dell’alienazione (che poi culminerà nelle ricerche di Rousseau, Hegel, Feuerbach e Marx) è già presente nel vocabolario dei testi alchemici.
D’altra parte qui si sottolinea che, per l’alchimia, natura-materia e uomo-spirito (come, in altro contesto per Marx) inscindibilmente e dialetticamente uniti, ma ancora potenziali e in divenire, sicché la loro reciproca interdipendenza è anche alla base, a partire dalla prassi umana, della reciproca loro trasmutazione, che forse sboccherà in un cosmo e in un uomo rinnovati».