Il Sandokai di Sekito Kisen, un grande maestro cinese vissuto dal 700 al 790, viene recitato quotidianamente nei monasteri zen soto di tutto il mondo ed è tradizione per i maestri di questa scuola commentarlo verso la fine della loro vita.

In quasi 2.500 voci sanscrite (con il loro equivalente italiano, ampie spiegazioni ed etimologie) apre alla vista l’immenso panorama del mondo induista, con la sua rete di rituali, mitologie, credenze magiche e folklore, nonché con le sue concezioni religiose e filosofiche. Si tratta di uno strumento indispensabile per gli studiosi di Induismo, gli indologi, gli studiosi delle religioni e per chiunque, infine, sia interessato all’affascinante mondo dell’India.

I 53 brevi racconti sul risveglio di generazioni successive di maestri, a partire dal Buddha Shakyamuni fino al maestro zen Ejo, erede nel Dharma di D¯ogen, ci rivelano le tecniche per raggiungere l’esperienza illuminante del satori. Deliberatamente coltivato per risvegliare le potenzialità latenti della mente, il satori, che non è il fine dello Zen, ma piuttosto il suo vero inizio, ci consente la percezione diretta delle cose così come sono. A cura di Thomas Cleary.

La sezione che ci resta tratta estesamente degli aspetti del sesso come era praticato dalle classi alte nelle epoche Han, Sui e T’ang. È la più importante bibbia del sesso dell’Asia orientale ed è più dettagliata e concreta di altre opere di questo genere, siano indiane, arabe o europee.

Bennett prospetta una nuova e profonda visione dell’uomo, del suo mondo e dei suoi mondi e del perché della sua esistenza, mostrando come il passaggio da un mondo all’altro sia possibile per ognuno di noi, in questa stessa vita.

Un tentativo di creare un modello completo della crescita e dello sviluppo umani, un modello che includa i lineamenti psicodinamici dei rapporti oggettuali e cognitivi studiati dalla psicologia e dalla psichiatria, ma che tenga anche in seria considerazione gli aspetti e gli stati più ‘elevati’ o ‘sottili’ che prendono corpo nelle grandi discipline contemplative e meditative del mondo.

L’essere umano è un oceano in cui bisogna imparare a navigare lontano da qualsiasi sponda.

Krishnamurti discute le radici del pensiero, la mente e il cervello, le relazioni personali, la meditazione e la conoscenza di noi stessi.

In questo libro vengono trattati argomenti di capitale importanza, come gli ideali, l’ipocrisia, la guerra, Dio, l’ambizione, il divorzio, la libertà.

Più che in ogni altro suo libro, qui Krishnamurti ci parla di sé e della sua storia interiore.

Dietro ogni domanda c’è un essere umano, che è anche la somma di tutte le altre domande. E la risposta è spesso una risposta globale, che mette in luce la possibilità di scoprire qualcosa che non è relativo, che non dipende “dagli altri”.

Parole e conversazioni di Krishnamurti su Dio.

Da queste pagine sprigiona intatta l’essenza dell’insegnamento di Krishnamurti così come si è mantenuto immutato fino ai suoi ultimi giorni di vita. Il passo finale del libro, forse il più bello, è proprio dedicato alla morte. Due anni dopo moriva in quella stessa stanza del Pine Cottage.

Per coloro che sono stati a Saanen e per tutti coloro che leggono i suoi libri ma che non ci sono mai stati, questo volume, illustrato con le bellissime fotografie di Mark Edwards che colgono così bene lo spirito degli incontri, resterà come il testamento spirituale di un grande maestro.