L'intelligenza è la capacità del soggetto di interpretare correttamente i ruoli che riveste, in tutti i giochi della vita in cui è coinvolto, da quando nasce a quando muore.
Interpretare però non significa solo capire, perché per essere considerati intelligenti è necessario anche saper mettere in pratica ciò che si è capito, e non basta ancora, perché bisogna pure farlo con un sentimento adeguato.
Al momento attuale esistono numerose definizioni di intelligenza, ma nessuna di esse tiene in considerazione l'importanza del soggetto che la utilizza. Quest'ultimo altri non è che l'Io, il quale, a seconda della sua identificazione (dell'idea che ha di sé) e dei desideri che lo muovono, manifesta intelligenze diverse, in particolare:
- quando il soggetto si identifica con il corpo, prevale l'intelligenza corporea o istinto;
- se si identifica con l'ego egli usa preferibilmente l'intelligenza immaginaria o furbizia;
- identificandosi con il ruolo rivestito, diventa prioritaria l'intelligenza razionale o buon senso;
infine, se si identifica con il proprio Sé interiore (l'Anima, l'Atma o lo Spirito) compare l'Intelligenza Spirituale o saggezza.
"Istinto, furbizia, buon senso e saggezza sono parole che nel linguaggio comune vengono utilizzate abitualmente per definire le diverse forme di intelligenza e sono facilmente comprensibili anche dai meno acculturati, nonostante tutto, come tali, non vengono considerate dagli studiosi della psiche; però, facendo un collegamento tra la psicoanalisi, le neuroscienze e la spiritualità, ho potuto verificare che queste forme di intelligenza non solo esistono, ma hanno anche una precisa collocazione cerebrale."
Luigi Ioverno