“Il nostro non è più quel genere di mondo che il buon senso comune si aspetterebbe: un mondo semplice e ordinato in cui le cose si comportano come oggetti materiali solidi e sono qui oppure lì,... Certo è vero che tali condizioni valgono nelle nostre immediate vicinanze, ma si rivelano essere limitate a determinati ordini di grandezza e ampiezza, e a determinate dimensioni di velocità. Oltre queste dimensioni, il mondo si fa sempre più strano.”
Cercando una nuova chiave di interpretazione del mondo che ne spieghi appunto questa apparente “stranezza”, Laszlo, scienziato e presidente del Club di Budapest, indica un percorso che la scienza da tempo ha dimenticato, un percorso che fa riscoprire un universo unificato, un mondo rispiritualizzato.
Infatti, secondo l’Autore, tutti gli aspetti e le dimesioni del cosmo - dall’atomo alle galassie, dall’anima al cervello, dalla nascita alla morte - sono connessi e integrati tra loro, in maniera non così dissimile dalle visioni spirituali della realtà proprie dell’Induismo e delle religioni dei nativi americani.
Da qui, la riflessione di Laszlo, unita a quella dei numerosi contributi raccolti nell’ultima parte del libro, diventa ben presto un invito a tradurre questa integrità e coerenza dell’universo, questa riscoperta del sacro universale, in decisioni consapevoli, frutto di una morale umana derivata da un cosmo “reincantato”.