Ancora prima di essere genitori, insegnanti, educatori, operatori sociali, siamo tutti maestri di vita perché impegnati a riconoscere alle nuove generazioni il desiderio di nascere come persone in un gruppo. Durante questo percorso si incontra sempre un bambino che non ascolta, un ragazzo che trasgredisce, un giovane che si ribella. La mancanza di regole pregiudica la loro maturazione e non sempre l’adulto riesce a svolgere una presenza efficace. Ed è allora che il ragazzo urla per farsi vedere e ascoltarere. Ed è appunto a questo grido che le pagine seguenti vogliono rispondere. L’indisciplina dei bambini sfibra, la fermezza è una qualità sfuggente, l’autorevolezza è una competenza ostica. Il cammino suggerito in queste pagine, dense e coinvolgenti, è impervio. Il traguardo però sicuramente allettante.
Il punto d’arrivo è proprio la comprensione del motivo per il quale non si ottiene l’obbedienza. La via suggerita è l’ascolto della parola, ingenua quanto acuta, dei ragazzi, in fondo i veri autori di questo libro. Ma per udire la parola del bambino è necessario sedersi e fare silenzio. Allora ci si potrà stupire o adirare, divertirsi o commuoversi. L’importante è lasciare che le parole del bambino giungano alla parte più innocente e semplice del maestro di vita che è in ciascuno di noi.