Anche le più recenti e clamorose inchieste che hanno puntato l’indice contro la “casta” e i “costi” della politica glissano su uno dei più grossi scandali politico-amministrativi degli ultimi decenni: il finanziamento statale dei giornali.
Eppure un abbondante flusso di danaro pubblico, calcolato sui 700 milioni di euro in un anno, finisce per mille rivoli, sotto forma di contributi diretti o indiretti – attraverso una stratificazione di norme clientelari, codicilli, trucchi e vere e proprie truffe – nelle casse di grandi gruppi editoriali, organi di partito, cooperative, agenzie, giornali e giornaletti, radio e Tv locali, ma anche di finti giornali di finti “movimenti” e di cooperative fasulle. Rimpolpando gli utili degli azionisti di grandi testate in attivo. Alimentando sottogoverno e clientele. E consentendo illecite rendite e privilegi mediatici a un esercito di “amici degli amici”.
Un dossier/pamphlet su un intricato caso di rapina delle risorse pubbliche e di distorsione del mercato e della vita democratica indispensabile per capire lo stato di mortificazione dell’informazione in Italia e la sua riduzione a “specchio del diavolo” della casta del Potere.