Il testo delinea un percorso evolutivo lungo le principali vie del risveglio alla vera natura della realtà: un viaggio di conoscenza tramite uno o più veicoli, mezzi della saggezza universale; un processo di apertura che per alcuni può essere graduale, per altri a salti oppure diretto. Una sintesi essenziale delle fondamentali spiritualità buddhiste, composta nel sec. VIII dal maestro indiano Padmasambhava per i praticanti tibetani, e un chiaro commento sia teorico che pratico, trasmesso oralmente al curatore da un Lama eremita contemporaneo, confluiscono armoniosamente in questo prezioso libro: un tesoro piccolo ma di grande valore che attesta la straordinaria vitalità e la luminosa profondità della tradizione religiosa indo-tibetana.
Lo studio filosofico, gli esercizi di armonizzazione psicofisica, la concentrazione mentale su un punto, le visualizzazioni, i mantra, i gesti simbolici, le offerte rituali, l'iniziazione, la visione della divinità, l'unione con la divinità, la consacrazione delle oblazioni, la creazione graduale del cerchio sacro, la contemplazione del cerchio sacro, il riconoscimento diretto della purezza naturale di tutta l'esistenza, il culto della Grande Madre e le nozze mistiche secondo la rivelazione conclusiva dei tantra, la sottomissione dei demoni, il significato finale del cerchio sacro, i princìpi dei vari tipi di ascesi: questi sono alcuni degli argomenti trattati nel libro, in modo semplice eppure dettagliato, badando sia ad informare che ad istruire, com'è consuetudine nei tradizionali manuali di pratica ad uso degli yoghin buddhisti tantrici.
Dall'Introduzione I. Presentazione generale Il testo qui tradotto dal tibetano è un’esposizione sintetica dei princìpi fondamentali delle varie spiritualità buddhiste; in particolare è un’introduzione alla dottrina della “grande completezza”. L’autore è l’importante maestro indiano Padmasambhava, vissuto nel sec. VIII. Nato nel regno di Uddiyana (attuale Swat, Pakistan del Nord), egli studiò e praticò gli insegnamenti buddhisti sia comuni sia esoterici (tantra) e divenne famoso come potente taumaturgo, tant’è che il re tibetano Trison Detsen lo invitò nel Paese delle Nevi, su consiglio dell’importante abate indiano Santaraksita, affinché conquistasse gli spiriti ostili alla diffusione della religione buddhista. In Tibet Padmasambhava trasmise vari insegnamenti tantrici, molti dei quali li occultò come “tesori”, secondo particolari procedure conosciute e seguite ancora oggi dai Lama. In questo modo egli pose le basi della prima tradizione buddhista tibetana, successivamente denominata “scuola antica”.
A differenza di altre sue opere, ad esempio il cosiddetto “Libro tibetano dei morti”, il testo qui tradotto non fu occultato per essere riscoperto secoli dopo, bensì è giunto sino ai giorni nostri tramite una lunga trasmissione ininterrotta da maestro a discepolo. Gli argomenti toccati nel testo sono vasti e complessi, ma Padmasambhava li affronta in una prospettiva essenziale, affinché chi li studia possa coglierne il profondo significato senza dilungarsi in sofisticate analisi. Inoltre la brevità del testo lascia spazio alle indispensabili spiegazioni dell’insegnante. Infatti, secondo la tradizione tibetana, tutti gli scritti di questo genere non hanno valore autenticamente spirituale se non sono accompagnati dalla trasmissione orale di un maestro, il quale riempie le parole del testo con l’energia della vera conoscenza, indicandone anche le chiavi di interpretazione a seconda del livello di comprensione dell’allievo. Per queste ragioni la traduzione qui pubblicata è seguita dalla trascrizione del commento orale del Lama Lodrö Gyatso, un maestro tibetano che ebbi modo di incontrare per la prima volta nel novembre del 1991, quando Jampel Dorje Gönpo mi condusse al suo eremo su una montagna dello Himachal Pradesh, in India.