Il metodo della Gestalt si colloca all’incrocio tra la psicanalisi, le terapie psicocorporee d’ispirazione reichiana, lo psicodramma, gli approcci fenomenologici ed esistenziali, le filosofie orientali. Fu elaborata intorno al 1942, soprattutto a partire dalle intuizioni di Fritz Perls, uno psicanalista ebreo di origine tedesca emigrato negli Stati Uniti.
La Gestalt sviluppa una prospettiva unificante dell’essere umano, integrando le sue dimensioni sensoriali, affettive, intellettuali, sociali e spirituali, ponendo l’accento sulla presa di coscienza dell’esperienza attuale. Favorisce un contatto autentico con gli altri, un adattamento creativo dell’organismo con l’ambiente, e anche una presa di coscienza di quei meccanismi interiori che ci spingono troppo spesso a comportamenti ripetitivi e inadeguati. Mette in risalto i nostri processi di blocco e scopre ciò che evitiamo, le paure e le inibizioni, come pure le nostre illusioni.
Questo libro, indirizzato al grande pubblico desideroso di vivere al passo con i tempi e di comprendere in modo diverso ciò che gli accade intorno, non presenta la terapia della Gestalt in modo scientificamente esaustivo, ma pone piuttosto degli spunti di riflessione personali, compiendo, di tanto in tanto, delle digressioni culturali o di utilità pratica in campi limitrofi d’interesse generale, come il cervello, il sogno, la sessualità, ecc.
Non configurandosi come un “corso” di Gestalt, può anche essere letto “disordinatamente”, senza seguire l’ordine sequenziale dei capitoli, che sono in un certo senso conclusi e autonomi.