|
Vari segnali ci indicano che il pianeta è sull'orlo del tracollo sociale e ambientale. Tuttavia, ci sono ancora dei margini di recupero e questo ci carica di una responsabilità particolare. La chiave della soluzione è racchiusa nella parola "sobrietà", che interpella prevalentemente noi, opulenti del Nord. Solo accettando di produrre e consumare di meno potremo fermare il saccheggio del Sud del mondo, le guerre per l'accaparramento delle risorse, il degrado del pianeta e consentire agli impoveriti di costruire il proprio sviluppo. Apparentemente, la sobrietà è solo una questione di stile di vita. In realtà, è una rivoluzione economica e sociale che manda in frantumi il principio su cui è costruito l'intero edificio capitalista.
È il principio della crescita, invocato non solo dalle imprese, ma anche da chi si batte per i diritti, in base al credo che senza crescita non possa esistere sicurezza sociale né piena occupazione. Fino a oggi nessuno ha osato mettere in discussione questo dogma e stiamo affogando nella nostra opulenza iniqua e violenta. Ma non è vero che l'unico sistema possibile si basi sulla crescita. Se riuscissimo a ridimensionare il ruolo del denaro e del mercato, ci renderemmo conto che è possibile cotruire un'altra economia capace di farci vivere bene pur disponendo di meno. Se riuscissimo ad avere un'altra concezione del lavoro, della ricchezza, della natura, della solidarietà collettiva, ci renderemmo conto che è possibile costruire un' altra società capace di coniugare sobrietà, piena occupazione e diritti fondamentali per tutti.
Ecco perché la sobrietà è molto più di una filosofia di vita. È un progetto politico che si fa alternativa al sistema. Abbiamo poco tempo a nostra disposizione. Le risorse si fanno sempre più scarse e si intensificano le guerre per il 10¬ro controllo. L’accumulo di anidride carbonica, associato alla distruzione delle foreste, sta provocando rapidi cambiamenti del clima. Se non poniamo un freno alla nostra iperproduzione e al nostro iperconsumo condanneremo i nostri figli a fronteggiare disastri ambientali e sociali dalle proporzioni incalcolabili. Per questo dobbiamo avere il coraggio e la responsabilità di batterci per un'alternativa. L’alternativa della sobrietà equa e solidale. Il richiamo a questa esigenza non è un invito ad abbandonare le nostre lotte quotidiane per piccoli obiettivi a portata di mano. Al contrario, dobbiamo rafforzare questo tipo di impegno.
Ma dobbiamo viverlo nel contesto di un progetto comune di lungo respiro. Solo così potremo valorizzare in pieno i nostri sforzi e dare un senso di unità alle molteplici iniziative che ogni gruppo assume nel suo specifico. Nella nostra pratica quotidiana abbiamo imparato quanto sia importante fermare ogni sopruso e strappare al potere anche il più piccolo cambiamento. Ma abbiamo anche appreso che il lavoro di rattoppo è insufficiente. Quando la macchina scarica troppi fumi, quando sbanda, quando lo sterzo non tiene più, non basta intervenire sulla carrozzeria. Dobbiamo sostituire il motore e riprogrammare la centralina elettronica. Fuor di metafora: dobbiamo progettare l'alternativa.
Per questo, a nome del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, chiedo a ogni gruppo, a ogni associazione, a ogni movimento, grande o piccolo, laico o religioso, culturale o politico, per l'ambiente o per i diritti, di discutere al proprio interno la prospettiva di una società basata sulla sobrietà equa e solidale. Inoltre, chiedo a chi dovesse condividere questa posizione di mettersi in contatto con il Centro, per proseguire insieme il cammino a sostegno di questa alternativa. È tempo di dotarci di un progetto comune che ci indichi la direzione di marcia, ci aiuti a progettare le nostre battaglie e le nostre strategie quotidiane, riaccenda entusiasmi, speranze, partecipazione.
Indice:
Appello
1. Squilibri scandalosi
2. Ricchezza ladra
3. Obbligatorio dimagrire
4. La sobrietà come stile di vita
5. Reinventare la produzione
6 . .L:economia del bene comune
7. Lavorare su tre gambe
8. Da qui a là
Note Riferimenti utili
|