Bruno Gröning (1906-1959), il “dottore dei miracoli”, si riteneva un trasmettitore delle supreme leggi della vita, venuto al mondo per ricondurre ogni essere umano a Dio, il medico più grande.
Scatenava le folle con scene bibliche: i paralitici riacquistavano l’uso degli arti, i ciechi tornavano a vedere, gli ammalati si alzavano dalle barelle e qualsiasi malattia scompariva alla sua presenza.
Le persone guarite vedevano in lui l’inviato di Dio, mentre i suoi avversari – medici e giornalisti – respingevano con incomprensibile malignità, sia l’uomo che il suo operato.
E le guarigioni avvengono ancora oggi numerose tramite il suo insegnamento, perpetuando un mistero che Mara Macrì analizza dettagliatamente nel suo secondo libro sull’argomento.