L’infaticabile attività di insegnamento dell’autore Namkhai Norbu (1938-2018) non era basata su un intento missionario, ossia su uno sforzo per cercare di promuovere una filosofia o una religione, un tentativo di convincere, istruire, indottrinare e fare proseliti.
Piuttosto era il contrario: com’egli stesso spiegava con grande chiarezza, insegnare una certa filosofia o predicare un sistema religioso, cercando di convincere gli altri con asserzioni fideistiche, assiomi e logica, è un condizionamento che si aggiunge ai tanti che già abbiamo.
Il condizionamento in realtà ha luogo durante tutta la vita ad opera dei nostri genitori, della società, del sistema educativo e così via. Non c’è alcunché di intrinsecamente sbagliato in questo processo, che può risultare utile per vivere in un determinato contesto sociale, e tuttavia dobbiamo comprendere che tutti i condizionamenti sono relativi e limitanti.
Namkhai Norbu spiegava che, una volta compreso questo, abbiamo la possibilità di rivolgere la nostra attenzione non a un nuovo credo, ma a scoprire direttamente la nostra vera natura che esiste al di là di qualsiasi condizionamento relativo.
Questa vera natura è ciò che si chiama Dzogchen, una parola tibetana che si può tradurre con “perfezione totale", la nostra vera condizione innata. La parola Atiyoga, che significa conoscenza primordiale, ne è un sinonimo.